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La cultura e la lingua uniscono, come un immaginario ponte, le due sponde dell’Oceano Atlantico

In questo inizio di ottobre la cultura e la lingua stanno fungendo da ponte tra l'Europa e l'America Latina. Una serie di manifestazioni lo confermano

In questo primo scorcio di ottobre si nota qualcosa di nuovo sulle due sponde dell’Oceano Atlantico. Il risveglio della cultura nelle sue molteplici forme. In Messico ha aperto, il primo ottobre, il I Congreso de la Cultura Iberoamericana dedicato al cinema. Lo scopo è rispondere alla sfida di un mercato audiovisivo sempre più internazionale e legato alle nuove tecnologie. Vuole inoltre analizzare il presente per definirne il cammino futuro. La sfida dei nuovi linguaggi si coniuga con la necessità di conservare il patrimonio filmico del passato, vero bagaglio di ricordi e di memoria. Il Ministro de Cultura spagnolo César Antonio Molina ne è l’ideatore e, al suo arrivo in Messico, ha ribadito l’importanza dell’evento, che ogni anno sarà dedicato ad una disciplina diversa. Si comincia con l’audiovisivo perché è un campo artistico che sta attraversando una crisi. Molina ha anticipato che durante l’evento saranno proiettati film, documentari e restrospettive; sarà inoltre presentato il nuovo Diccionario de Cine Iberoamericano, in dieci tomi.
Contemporaneamente in Brasile il presidente, Luiz Inácio Lula da Silva, celebrava il centenario della morte di Machado de Assis, il più importante scrittore brasiliano. Questa data è stata scelta da Lula per firmare un decreto col quale si unificano le norme della lingua scritta in tutti i paesi di lingua portoghese. Entrerà in vigore il primo gennaio duemilanove. Nelle sale della Academia Brasileña de Letras, di fronte alla statua di bronzo raffigurante Machado, con la partecipazione di numerosi esponenti del mondo accademico, Lula ha detto che l’unificazione delle regole scritte avvicina il Brasile alle sue radici storiche. Il riferimento è all’Africa di lingua portoghese che per il paese sudamericano rappresenta l’anima e l’identità di una nazione multietnica e multiculturale. Alcuni vocabolari come il Huais e l’Aurelio sono già usciti con una nuova edizione che pubblica le nuove norme unificate. Grazie a questo decreto oggi esiste un unico dizionario che unifica quelli della Academia de Lisboa e della Academia de Brasil e che sarà disponibile per tutti. Alcuni accenti presenti nel portoghese sono stati aboliti, cosa che renderà la vita più facile agli scrittori e agli studenti.
Il giorno succesivo, due ottobre a Madrid è stata anticipata la presentazione della Nueva Gramatica del español, che le ventidue accademie della lingua hanno preparato durante undici anni. Il ciclopico lavoro sarà presentato ufficialmente il dieci dicembre duemilanove e sarà monumentale. Avrà tremila pagine e conterrà quello che è stato definito lo spagnolo totale. Il direttore della Real Academia Española, Víctor García de la Concha ha detto che l’apice della sua celebrazione e discussione si svolgerà durante la quinta edizione del Congreso Internacional de la Lengua Española che si terrà a marzo 2010 a Valparaiso, in Cile. All’annuncio hanno partecipato anche il direttore della Academia Mexicana de la Lengua, José Moreno de Alba, e il presidente della Academia Argentina de las Letras, Pedro Luis Barcia. L’operà sarà una grande mappa del mondo “hispanoablante”; conterrà le norme comuni e le peculiarità di ogni parte geografica, tutto corredato da citazioni di numerosi autori. Si riferirà allo spagnolo di oggi senza perdere il legame con la tradizione. Sarà molto utile a chi usa la lingua come scrittori e giornalisti perché analizza i problemi linguistici fin nei minimi dettagli.
La quinta edizione del Congreso Internacional de la Lengua Española sarà inaugurata dalla presidentessa cilena Michelle Bachelet e dal re di Spagna Don Juan Carlos de Borbòn. Durante la celebrazione, a cui assistiranno scrittori del calibro di Mario Vargas Llosa, si renderà omaggio tra l’altro a Gabriel Amistral e Pablo Neruda e sarà uno degli atti centrali del bicentenario della indipendenza del Cile e di tutta l'America Latina.
A principio di ottobre è partita anche la seconda edizione del festival Vivamerica, che ha lo scopo di unire attraverso la cultura i due continenti, Europa e America. Ha sede in tre città: Bogotá, Tenerife e Madrid. Concerti, proiezioni di fil e cortometraggi, esposizioni e degustazioni delle varie cucine nazionali sono il contenuto della manifestazione che terminerà domenica dodici. Particolarmente interessante la seconda Muestra de Cine Iberoamericano, che presenterà trentaquattro pellicole divise in categorie: Inediti, opera prima, racconto e intimità. Tra le settantadue attività previste molte riguardano la letteratura, specie quella per l’infanzia. Sembra certo che la prossima edizione si realizzerà nella città di Cadiz.
All’interno della manifestazione, lo scrittore colombiano William Ospina ha realizzato una conferenza in cui ha sostenuto che negli ultimi duecento anni la economia e la politica hanno allontanato la Spagna dall’America Latina e che solo attraverso la cultura sarà possibile ricucire lo strappo. L’America Latina è una sola nazione, non venti: la nostra ricchezza è continentale. Alla conferenza hanno artecipato anche l’ex presidente spagnolo Felipe González e la segretaria di stato per l’America Latina Trinidad Jiménez. Secondo González la cultura è l’unica vera potenza globale capace di unire Spagna e America Latina. Secondo Ospina le celebrazioni del Bicentenario serviranno a capire ciò che è successo negli ultimi duecento anni, valutare gli obiettivi raggiunti e quelli che mancano, con lo sguardo rivolto all’indietro ma col pensiero rivolto al futuro. "El mayor problema que tenemos no es que haya guerrillas o paramilitares, sino una ciudadanía incapaz de parar todo eso", ha concluso Ospina.

Autore: Alessandro Giacopetti
Il: 16/10/2008
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