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Storia della Bolivia

Dalle civiltà preincaiche al dopo Banzer, passando per l'epopea di Simòn Bolìvar

Nelle attuali terre boliviane fiorirono in epoche antiche alcune civilta' fra le piu' avanzate del continente: l'esempio piu' importante e' la cultura di Tiahuanaco, stanziale intorno al lago Titicaca, al confine fra Bolivia e Peru'.
Da un periodo iniziale in cui la struttura sociale ruotava intorno al villaggio, si giunse al periodo urbano, col formarsi delle prime citta' di medie dimensioni, sino a giungere all'epoca imperiale, in cui la civilta' raggiunse la massima espansione.
Al declino della civilta' di Tiahuanaco segui' un periodo di domini regionali di marca Aymara su tutto l'altipiano, sino al secolo XV, in cui avvenne la conquista del forte e organizzato impero Inca, che giunse ad invadere le terre boliviane sin quasi alle pianure orientali.
In pochi anni gli Incas riescono ad imporre le proprie ferree strutture socio-economiche nelle alte terre del nord, sino a quando gli Spagnoli intrapresero la conquista a sud del Messico, alla ricerca delle decantate citta' d'oro.
Nel 1538 fondano Chuquisaca e nel 1545 vengono scoperte le immani ricchezze minerarie del Cerro Rico di Potosi'. Tre anni dopo Alonso de Mendoza fonda La Paz.
Seguirono tre secoli di sfruttamento coloniale, in cui frequenti furono le sollevazioni popolari, fra le quali rimase celebre quella di Tupac Amaru II, discendente diretto dei sovrani incaici, il quale guido' circa 80.000 indigeni, ma che fini' scuartato vivo dall'esercito regio nel 1782.
Pochi anni prima, nel 1776, l'Alto Peru' (cosi' veniva chiamata l'attuale Bolivia) venne separato dal Vicereame di Lima ed annesso a quello del Rio de la Plata.
Il secolo XIX segna l'inizio dei primi moti d'indipendenza: nel 1809 si ribella la citta' di Chuquisaca e contemporaneamente Pedro Domingo Murillo eleva il grido di rivolta a La Paz.
Nel 1822, dopo tre lustri di sanguinose battaglie, le vittorie di Bolivar a Junin e di Sucre a Ayacucho pongono fine al dominio coloniale spagnolo, e portano al nascere, nel congresso di Chuquisaca del 1825, della Republica Bolivar, con capitale Sucre.
Gia' nel decennio successivo il generale Santa Cruz invade il Peru' nel tentativo di formare una confederazione boliviano-peruviana; tale intento e' bloccato dalle truppe cilene (battaglia di Yungay, 1839), preoccupate dal sorgere di una forte entita' politico-militare ai suoi confini.
La debolezza dei nuovi governanti e' fonte di un nuovo conflitto, la Guerra del Pacifico: nel 1879 l'esercito cileno invade e conquista la regione di Antofagasta; la Bolivia perde cosi' lo sbocco al mare, oltre a cedere le possibilita' di sfruttamento dell'estrazione del guano e del salnitro.
Il XX secolo si apre con l'afflusso in Bolivia di ingenti capitali stranieri, attirati dalle grosse possibilita' offerte dall'estrazione mineraria, ancor piu' incrementate dai due conflitti mondiali.
Gli anni '50 e '60, sull'onda della rivoluzione cubana, portano a governi socialisti che si fecero fautori di una accorta politica di nazionalizzazione delle principali attivita' estrattive. Ma la reazione non tardo' ad arrivare: con l'appoggio di alti ufficiali dell'esercito il generale Barrientos inauguro' l'epoca delle dittature annuali, con continui sovvertimenti dell'ordine precostituito pero' sempre nell'ottica conservatrice.
Dal 1971 il bastone del comando e' nelle mani del generale Hugo Banzer, padrone incontrastato della scena politica, in un contesto generale di diffusa corruzione. Cio' nonostante, il paese ha saputo compiere un grande passo sulla via del progresso e dell'ammodernamento delle proprie strutture sociali ed economiche.
Solo nell'agosto del 2001 il generale Banzer, a causa dell'aggravarsi del suo stato di salute, ha ceduto il testimone a Jorge Quiroga, sino alle elezioni presidenziali dell'agosto 2002, che hanno consegnato il potere a Gonzalo Sánchez de Quesada.
Quest'ultimo ha approntato una serie di riforme liberistiche quali la privatizzazione dello sfruttamento delle immani risorse minerarie.
Nel mese di ottobre 2003, dopo settimane di agitazioni popolari contro tali riforme, Gonzalo Sánchez de Lozada lascia la presidenza del paese andino; subentra il suo vice, Carlos Mesa Gisbert, che forma un governo tecnico

Autore: rf2000
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Il: 10/12/2003
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