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Il cocoliche |
La nascita di una metalingua nell'epoca delle grandi
migrazioni di fine ottocento
L'emigrazione in America latina ha riguardato milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo; i Paesi maggiormente coinvolti in tale grande esodo sono stati la Spagna e l'Italia.
Per gli immigrati spagnoli l'integrazione in America latina fu favorita dal comune parlare; la lingua, si sa, è il principale veicolo di comunicazione e la comunanza di idioma rende quasi immediato il processo di assimilazione culturale, che rappresenta il primo passo verso l'integrazione in una nuova società.
Per gli immigrati italiani giunti in America latina, invece, il tentativo di sbarcare il lunario presentava difficoltà molto maggiori; nonostante si stesse per costituire una struttura sociale molto variegata, costituita dalla moltitudine di persone che provenivano da ogni parte del mondo, era imprescindibile apprendere sin dal principio a comprendere gli altri e farsi capire dagli stessi.
Cercare di integrarsi in una società che offriva nuove ed allettanti prospettive rappresentava una occasione pressoché unica per quella massa di diseredati che, lasciata la terra natale, aveva attraversato l’Oceano atlantico in cerca di fortuna.
Le persone che seppero cogliere questa occasione furono coloro i quali riuscirono ad assimilare sin dal principio la cultura, le abitudini e, naturalmente, la lingua autoctona.
I più permeabili ad assorbire gli stimoli provenienti dal nuovo ambiente di vita furono quegli immigranti i quali, per lo più analfabeti o dalla bassa scolarità, presero a parlare la nuova lingua, il castigliano, senza curarsi della perfezione della pronuncia, oltre che della correttezza grammaticale. Dalla bocca di tali persone usciva uno slang il quale era la fusione di termini spagnoli, italiani e pure dialettali delle regioni italiane di provenienza.
Tale nuovo fenomeno dal punto di vista linguistico ed antropologico, portò alla scoperta di un modo di atteggiarsi e di parlare molto caratteristico, che ben presto fu fatto proprio da parte degli operatori delle arti popolari, primi tra tutti il teatro vernacolare.
Fu così che sorse la maschera popolare del "cocoliche", creata dal comico Celestino Petray, il quale si ispirò a tal Antonio Cucoliccio, (o Cocoliccio, o Coccolicchio), uomo di fatica di un circo della capitale argentina.
Tale personaggio, espressione caricaturale, parlava alla maniera degli immigranti italiani e proprio tale linguaggio meticcio assunse il nome di "cocoliche", divenendo così una attrazione artistica di stretta connotazione popolare. |
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Autore: |
rf2000
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Il: |
05/06/2006 |
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